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Professioni Sanitarie: ostetricia

18 ottobre 2023

7 minuti di lettura

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Introduzione

La figura del/della ostetrica è forse una delle professioni sanitarie più antiche nel mondo, alcune testimonianze di questa figura si hanno già nella Grecia Antica. 

Dal 1999 l’ostetrica non è più considerata una professione sanitaria ausiliaria, ma una vera e propria professione sanitaria. 

L’ambito operativo è quello ostetrico, ginecologico e neonatale. Il corso di laurea di ostetricia è professionalizzante e permette – appunto – di esercitare la professione subito dopo il conseguimento del diploma di laurea. Per questa ragione i programmi di studio sono strutturalmente diversi rispetto a quelli di medicina, meno corposi e tendenti a fornire le conoscenze necessarie per le mansioni che il professionista andrà a svolgere.

Anche per queste ragioni, le professioni sanitarie non sono quasi mai corsi di studio validi in attesa di ripetere il test di medicina.

Cosa vuol dire studiare ostetricia?

“Sapere, saper essere e saper divenire” Questo è il mantra dell’ostetricia e, anche se ora come ora non vi dice niente di che, in questo percorso di studi imparerete a interpretare questa piccola e contorta, ma verissima, frase.

Sapere – si riferisce allo studio e alla teoria, che nei tre anni del corso di laurea di certo non mancheranno! Il tutto condito con innumerevoli ore di tirocinio, che vi permetteranno di vedere nella pratica ciò che si è studiato sui libri. Saper essere – è il punto più delicato, riguarda la capacità dell’ostetrica/o di “esserci nella relazione”.

Ne fanno parte tutti quegli atteggiamenti che dovranno essere utilizzati nell’approccio con le donne e con le coppie: ascolto, empatia, accettazione e rispetto. Saper divenire – è la capacità del professionista di mutare la propria assistenza nelle varie situazioni e nei confronti di persone differenti. Il compito dell’ostetrica è importante dal punto di vista clinico, di supporto ed informativo. Questa figura si prende cura della donna in campo sessuale e riproduttivo e dei bambini neonati. Può lavorare sia in ambito ospedaliero che nei consultori, o assistendo donne che preferiscono partorire in casa. Oltre a ricoprire un ruolo di assistenza sanitaria, l’ostetrica è la figura responsabile di prestare sostegno emotivo e psicologico alle partorienti.

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Struttura del corso ed esami del primo anno

Il primo anno sarà composto prettamente da materie scientifiche di base quali biologia, chimica, biochimica, fisica ma anche genetica, anatomia, fisiologia ed embriologia. Nel corso soprattutto del secondo semestre si passa a materie di indirizzo, come fisiopatologia della riproduzione umana, scienze infermieristiche generali e materno-infantili, etica e deontologia, patologia generale.

La suddivisione di queste materie nei due semestri, come altre caratteristiche del corso, è strettamente dipendente dall’ateneo specifico. In linea generale però, tutti questi ambiti vengono già trattati nel corso del primo anno per poi lasciare spazio, nei due anni rimanenti, a materie sempre più specifiche.

Tirocini ed esperienze pratiche

L’esperienza pratica rappresenta il cuore di tutte le facoltà sanitarie, le possibilità sono tante e queste comprendono:

  • Tirocini
  • Laboratori
  • Attività ambulatoriale in ambulatori di ginecologia, gravidanza fisiologica, patologie della gravidanza, riabilitazione del pavimento pelvico
  • Attività nei consultori familiari del territorio

Per quanto riguarda i tirocini, il numero di ore varia nel corso degli anni.  Si parte al primo anno con una media di 400 ore (sempre variabile a seconda dell’ateneo) improntate sull’assistenza infermieristica di base nei reparti di maternità, ostetricia e ginecologia. In alcuni casi c’è anche la possibilità di frequentare il triage ostetrico in pronto soccorso. L’accesso alla sala parto si ha in quasi tutti gli atenei a partire dal secondo anno, ad eccezione di alcune università private.  Generalmente la prima parte dell’anno comprende le lezioni e la sessione invernale (gennaio-febbraio). L’attività di tirocinio inizia a fine febbraio e dura all’incirca un mese per poi riprendere nel periodo estivo. Purtroppo spesso i tirocini si trovano a ridosso della sessione o anche in concomitanza con gli esami  (in particolare negli anni successivo al primo), pe questo è importante acquisire buone doti di organizzazione. Negli anni successivi, il conteggio delle ore sale a 700 e 800 ore rispettivamente, variabili a seconda dell’ateneo. 

Dopo la laurea 

Al termine del percorso accademico triennale è possibile entrare direttamente nel mondo lavorativo o, qualora non vi fosse ancora sufficiente, proseguire con la vostra formazione. La laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche consente di accedere alla carriera da caposala-coordinatore, o all’insegnamento accademico, mentre sono disponibili master in svariati ambiti specialistici dell’ostetricia. 

Tra questi ultimi, per citarne alcuni: ecografia ostetrico-ginecologica, ostetricia di comunità, management infermieristico-ostetrico, ostetricia legale e forense, ostetricia nella riabilitazione del pavimento pelvico e ostetricia in procreazione medicalmente assistita. Dal punto di vista lavorativo, alcune ricerche ISTAT hanno evidenziato che oltre i 2/3 dei neolaureati in ostetricia trovano un contratto a tempo indeterminato nei 3 anni successivi alla fine degli studi. 

Tassi di occupazione nel primo anno post-laurea: 53,9 secondo dati di AlmaLaurea del 2021 Stipendio medio: lo stipendio medio è di 1.550 € netti al mese (circa 28.500 € lordi all’anno), in linea rispetto alla retribuzione mensile media in Italia. La retribuzione di un’Ostetrica può partire da uno stipendio minimo di 1.100 € netti al mese, mentre lo stipendio massimo può superare i 2.800 € netti al mese.

Possibili differenze tra università 

Le università private che presentano tra i loro corsi di laurea anche ostetricia si possono contare sulle dita di una mano. Tra queste: il San Raffaele di Milano, la Cattolica e l’Unicamillus di Roma. Le differenze non sono sostanziali, se non per quanto riguarda la possibile presenza di attrezzature più avanzate nei laboratori. Al San Raffaele inoltre è presente il Centro Salute-feto che si occupa della procreazione medicalmente assistita.

Conclusioni

Accogliere una vita non è un lavoro per tutti, ci saranno periodi estremamente impegnativi, in cui vi sarà richiesto di conciliare al meglio studio, attività di reparto e vita sociale. Il mio consiglio è quello di rimboccarvi le maniche e, se è ciò che davvero il vostro cuore desidera, tutti i vostri sforzi saranno ripagati da una professione unica e bellissima.

Per concludere, anche se sembra un po’ una frase da Baci Perugina, “Scegli un lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno della tua vita”.