Test 2025: perché è impossibile abolire il numero chiuso

Negli ultimi mesi si è discusso molto su come sarà il test di Medicina del 2025, perciò vogliamo fare chiarezza e spiegare perché ad oggi è impossibile abolire il numero chiuso per l’accesso alla facoltà.

Sebbene ci siano proposte per rendere il sistema più inclusivo, una petizione che anche noi di Testbusters firmeremmo, la realtà è che il numero chiuso non potrà mai essere completamente abolito. 

Nonostante alcune dichiarazioni sensazionalistiche, il test continuerà a essere necessario per accedere ai corsi di Medicina e Chirurgia​, concorda Il Post. Quello che sta venendo discusso in Senato di questi tempi è infatti la forma che la selezione per Medicina prenderà, non il numero chiuso stesso, come analizzato dal Sole 24 Ore.

Ma non vogliamo solo rimandarti a fonti esterne (anche se ne troverai mille), oppure a leggere le lunghe proposte politiche che parlano di questo argomento; in questo nostro articolo ti elenchiamo 4 fattori critici in un’abolizione del numero chiuso che andrebbero risolti per anche solo pensare di farlo.

I quattro motivi per cui ci sarà una selezione per il test di Medicina

Prima di analizzarle una per una,quelle che seguono sono le sfide critiche che abbiamo individuato e che ci sembrano a breve termine non risolvibili:

  • sovraccarico delle infrastrutture e delle risorse umane universitarie
  • ottimizzazione ed efficienza del sistema attuale con un test di selezione;
  • inappropriatezza di altri modelli adottati in Europa;
  • un bilancio di rischi e benefici (che senza una selezione pende più sui rischi)

Tieni a mente che, nonostante si parli di test di Medicina 2025, nei 4 motivi che ti stiamo per raccontare è importante considerare anche un termine più lungo, che troppo spesso viene tralasciato. Andiamo ad analizzarli uno ad uno, così che tu possa farti un’opinione a riguardo.

Sovraccarico di infrastrutture e risorse umane

Uno dei principali motivi per cui una selezione a Medicina continuerà a essere necessaria nel 2025 (e oltre) è certamente la mancanza di infrastrutture universitarie adeguate. Questo purtroppo comporta una grave conseguenza: quelle attuali sono fortemente sovraccaricate. Attualmente, infatti, molte università sono già al limite della loro capacità, con conseguenze negative per la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Inoltre, anche lato umano, non c’è un numero di risorse adeguato. Il numero di professori e ricercatori nelle università italiane è diminuito significativamente. Tra il 2010 e il 2017, il personale docente e di ricerca è sceso del 6,5%. L‘attuale numero di docenti quindi non è sufficiente a gestire un aumento significativo del numero di studenti.

Il sovraccarico umano e strutturale rischiano di compromettere la qualità dell’educazione medica. Questo rischio è stato evidenziato anche dai rappresentanti del FNOMCeO, che sottolineano come la qualità della formazione potrebbe degradare rapidamente se non vengono mantenuti standard rigorosi di ammissione​.

Quindi un aumento indiscriminato degli iscritti potrebbe portare a una riduzione del tempo dedicato a ciascun studente, con un impatto negativo sulle loro competenze e preparazione, mentre mantenere la selezione in ingresso può contribuire a un sistema universitario più efficiente, dove le risorse sono più distribuite e destinate a studenti che hanno maggiori probabilità di successo.

Ottimizzazione ed efficienza del sistema

La selezione a Medicina è necessaria per poter indirizzare i giovani verso percorsi formativi appropriati il prima possibile. Se ben strutturata infatti non può che comportare solo benefici sensibili per gli studenti.

In primis infatti una selezione consente di identificare gli studenti più preparati a proseguire un percorso che è intenso e impegnativo, riducendo il fenomeno della dispersione scolastica e universitaria. In sostanza sarebbe più facile trovare fin da subito la propria via accademica.

Ma la selezione garantisce anche che il numero di aspiranti camici bianchi sia allineato con le reali esigenze del nostro sistema sanitario, evitando un eccesso di professionisti e assicurando che i futuri medici ottengano la certezza di un impiego stabile. Questo sistema permette non solo di offrire salari competitivi, ma anche di garantire condizioni lavorative dignitose, con orari rispettosi del benessere personale e professionale. 

Questa ottimizzazione inoltre comporterebbe grossi benefici anche a livello economico. Il modello che prevede l’accesso tramite test, strutturato e gestito come lo è stato finora, ha un budget complessivo di 5-10 milioni di euro/anno, ovvero di circa 150-200 euro/anno a studente – budget per altro autofinanziato dal costo stesso della prova. Con un modello basato sull’’accesso libero questa spesa invece – da un rapido calcolo effettuato dall’OCSE, si trasformerebbe in diverse centinaia di milioni di euro all’anno spesi.

Quindi la selezione non solo è una maggiore garanzia di successo accademico per gli studenti, ma come abbiamo visto è una tutela nel lungo termine del diritto al lavoro dei medici stessi – garantendo che ogni medico formato possa trovare una collocazione adeguata e contribuire efficacemente al sistema sanitario –  e anche un grande risparmio economico generale del sistema.

Inappropriatezza di altri modelli adottati in europa

Come abbiamo detto, neanche di questi tempi sta venendo messa in dubbio una selezione per l’entrata a medicina, ma bensì la forma che potrebbe prendere. Il test di ammissione standardizzato per le facoltà di Medicina rappresenta una best practice internazionale riconosciuta per la sua efficacia predittiva e l’efficienza economica. 

La bozza di testo base adottato dalla commissione istruzione del Senato in Italia, riprende il modello applicato in Francia. Tuttavia il contesto italiano è significativamente diverso da quello francese, che presenta caratteristiche uniche sia a livello educativo che sanitario.

In Italia ricordiamo infatti che il sistema è centralizzato: questo significa che c’è un unico test nazionale che determina l’ammissione agli studi per determinate facoltà, valido in tutti gli atenei del paese. Centralizzato nel nostro paese è anche il nostro sistema sanitario: perciò è importante che la formazione e la sanità continuino a comunicare come hanno fatto finora. Al contrario, in Francia ogni università aveva il proprio test di ammissione e ogni ateneo poteva stabilire i propri criteri e modalità di selezione.

Il modello francese attuale – che sposta la selezione dopo sei mesi di università, invece che prima dell’inizio dell’anno accademico – è ancora in parte gestito dalle singole università, ma segue linee guida nazionali. Ha già e continua a suscitare diverse critiche per l’iniquità della valutazione e la sua inefficienza economica e logistica nella Francia stessa, dove oggi è oggetto di continue modifiche quasi ogni anno.

Bilancio Rischi e Benefici

I test d’ammissione standardizzati hanno dimostrato di essere il metodo più efficiente ed economico per prevedere il successo accademico degli studenti. Questo sistema, voluto (nella forma di TOLC) fortemente dalle università stesse, garantisce che solo gli studenti più preparati e motivati accedano ai corsi di Medicina, ottimizzando così le risorse universitarie e riducendo i tassi di abbandono. Cambiare una formula che ha già dimostrato la sua efficacia comporterebbe rischi significativi senza alcuna garanzia di miglioramento.

Quali dovrebbero essere i benefici di eliminare il numero chiuso?

Se si decidesse di rimuovere il numero chiuso, ci si aspetterebbero benefici significativi. Ma attualmente, non ci sono prove che un modello di accesso libero porterebbe vantaggi significativi agli studenti o al sistema sanitario. Anzi, il rischio è proprio che possa comportare inefficienze e un uso inadeguato delle risorse, oltre a un aumento dei costi per lo Stato e per le famiglie.

Insomma, cambiare radicalmente approccio metterebbe a repentaglio tempo e risorse degli studenti, che potrebbero impiegare anni per capire se il percorso scelto sia quello giusto per loro. Questi punti che abbiamo esposto sottolineano la complessità della questione e l’importanza di una pianificazione accurata e lungimirante. Il test di ammissione, ad oggi, emerge ancora come l’unica soluzione che permette una selezione anticipata meritocratica, indirizzando subito gli studenti verso il percorso più adatto alle loro capacità e aspirazioni, riducendo così il rischio di abbandoni e cambi di facoltà, e permettendo l’ottimizzazione di risorse già scarse. Una selezione dunque rimane essenziale per garantire un futuro sostenibile per la formazione medica e la salute pubblica in Italia.

Crediamo in un modo migliore di apprendere e di insegnare, più coinvolgente e basato sulla formazione tra pari.

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