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21 maggio 2023
5 minuti di lettura
Il logopedista è una figura professionale che si occupa dello sviluppo fisiologico e patologico del linguaggio e della comunicazione.
E’ una figura nota per essere il riferimento di genitori con bambini che esprimono ritardi cognitivi e di espressione, ma il suo ruolo è davvero trasversale, occupandosi anche di seguire e formare figure artistiche – cantanti, attori, doppiatori – o ideare percorsi riabilitativi post-chirurgia o post-traumatici. Il corso di laurea di logopedia è professionalizzante e permette – appunto – di esercitare la professione subito dopo il conseguimento del diploma di laurea. Per questa ragione i programmi di studio sono strutturalmente diversi rispetto a quelli di medicina, meno corposi e tendenti a fornire le conoscenze necessarie per le mansioni che il professionista andrà a svolgere. Anche per queste ragioni, le professioni sanitarie non sono quasi mai corsi di studio validi in attesa di ripetere il test di medicina.
Il logopedista è la figura di un clinico che si occupa di instradare i pazienti, impostare una terapia personalizzata ed efficace, e valutarne i progressi nel tempo. Tutto il percorso di studi si focalizza su questo, le differenze tra gli atenei possono consistere nel concentrarsi sul trattamento di patologie specifiche o fasce di età predefinite. Le lezioni vengono tenute da professionisti già a lavoro che prediligeranno più o meno certi campi. Se invece, foste interessati all’ambito di ricerca, analisi e dati, a questo scopo è presente la laurea triennale in scienze cognitive e psicolinguistica, facente parte del ramo della psicologia.
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Il primo anno è abbastanza uniforme e coerente in tutte le professioni sanitarie, con materie generali di biologia e chimica, che ricalcano molto i programmi dei test di ingresso. Facciamo un piccolo focus sul primo anno di logopedia.
Primo semestre:
Secondo semestre
Gli esami sono tanti, ma si presentano tutti come mini-blocchi, da 4 CFU ognuno circa. Apparentemente, le materie sembrano enormi, ma lo scopo di questi programmi è fornire una competenza di base, inizialmente generale e poi specializzata nel settore della professione. Si tratta perciò, di programmi ridotti ma sufficienti per fornire una visione d’insieme. Se foste poi interessati a saperne di più sulla programmazione semestrale di esami e tirocini, potete sempre far riferimento alla pagina web dell’ateneo specifico.
Il positivo dei corsi di laurea di professioni sanitarie è che fin da subito, dal secondo semestre, ti permettono di entrare in ambulatori e ospedali e prendere contatto con il lavoro di tutti i giorni. Le attività curriculari non sono poche, le facoltà stringono patti di collaborazione con diversi istituti pubblici e privati, che spesso escono fuori dai limiti territoriali dell’ateneo. Ad esempio, l’università di Ferrara permette di frequentare tirocini all’ospedale di Brescia o in zone contigue. Ma cosa rientra nel piano di studi?
Nel primo anno:
Nel secondo anno:
Nel terzo anno:
Spesso, l’esperienza nel pubblico e nel privato ti permette di apprezzare le differenze tra questi due mondi: nel privato si riesce a seguire più continuativamente e a stretto contatto i pazienti, fornendo al tirocinante un’efficace osservazione dei numerosi stadi di evoluzione della patologia e del potenziale di miglioramento. Dopo la laurea La laurea è professionalizzante e abilitante, permette quindi di lavorare fin da subito. Esistono dei percorsi di master o studi post-laurea, che permettono di accedere a figure più dirigenziali amministrative, come la gestione di un reparto o dei tirocinanti. Per poter essere assunti da strutture pubbliche e private, bisognerà svolgere test di ingresso (eh si, non si finisce mai) regolamentati da specifici bandi degli istituti in cui vorreste entrare. Tasso di occupazione: 82,5% di neolaureati nel primo anno, riesce a trovare un impiego (dati 2019). Stipendio medio: si percepisce generalmente tra 1.157 € e 1.867 € lordi il mese all’inizio del rapporto di lavoro. Dopo 5 anni, la retribuzione è tra 1.408 € e 2.246 € il mese per una settimana lavorativa di 40 ore.
Di seguito una lista delle università che si affidano al test Cineca per l’accesso ai corsi di laurea delle professioni sanitarie (fino all’anno 2021):
Le università non comprese in questa lista presentano un test “locale”, ossia creato e gestito da una commissione interna dell’ateneo. Per questo è sempre importante fare affidamento ai bandi di ammissione pubblicati dalle singole università. Lo stesso discorso vale per i test delle università private, le quali hanno sempre un test proprio. Spesso questi test presentano una parte di ragionamento logico molto sostanziosa e un tempo di svolgimento abbastanza ridotto (ad esempio 60 domande in 60 minuti).
Differenza tra pubblici e private ce ne sono? Non ci sono molte sedi di logopedia nelle università private, una è sicuramente l’Università Cattolica, con sede a Bolzano, dove però è richiesto certificato di lingua B2 in tedesco.
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Introduzione
Cosa fa un logopedista?
Cosa vuol dire studiare logopedia?
Struttura del corso ed esami del primo anno
Tirocini ed esperienze pratiche
Test CINECA/test locale
Professioni sanitarie: Fisioterapia
È un massaggiatore? È uno scrocchiaossa? NO, è un Fisioterapista. Se vorrete intraprendere questa strada, dovrete prepararvi ad una vagonata di parenti ed amici che vi chiederanno un massaggio quando avranno “la cervicale”, questo è poco ma sicuro.
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Professioni Sanitarie: Infermieristica
La figura dell’infermiere nasce e si struttura nel XIX secolo grazie a Florence Nightingale, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, dopo che per secoli l’assistenza sanitaria era affidata fondamentalmente ad istituti religiosi.
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Professioni Sanitarie: Ostetricia
La figura dell’ostetrica è forse una delle professioni sanitarie più antiche nel mondo, alcune testimonianze di questa figura si hanno già nella Grecia Antica. Dal 1999 l’ostetrica –essendo in passato una professione a pannaggio del genere femminile è ancora consuetudine declinarla al femminile– non è più considerata una professione sanitaria ausiliaria, ma una vera e propria professione sanitaria. L’ambito operativo è quello ostetrico, ginecologico e neonatale. Il corso di laurea di ostetricia è professionalizzante e permette – appunto – di esercitare la professione subito dopo il conseguimento del diploma di laurea. Per questa ragione i programmi di studio sono strutturalmente diversi rispetto a quelli di medicina, meno corposi e tendenti a fornire le conoscenze necessarie per le mansioni che il professionista andrà a svolgere. Anche per queste ragioni, le professioni sanitarie non sono quasi mai corsi di studio validi in attesa di ripetere il test di medicina.
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Professioni Sanitarie: parliamo di Ostetricia minuti di lettura
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