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9 maggio 2022
8 minuti di lettura
“A chi vorrebbe fare il test direi innanzitutto che due mesi sono tanti, quindi in due mesi si può fare tutto, io ne sono la prova vivente.”
Eccoci a fare quattro chiacchiere con Costanza Valacchi, che è rimasta calma e composta durante lo studio e il test stesso, e si è classificata prima nel proprio ateneo. La 18enne di Siena narra la storia di una decisione presa per tempo, ma con il conseguente studio iniziato tendenzialmente due mesi prima dell’esame. Senza farsi prendere dal panico, Costanza ha massimizzato il tempo che si era data per prepararsi, e la prestazione il giorno del test le è valso un 63.5, che la piazza al numero 1 dell’ateneo della sua Siena, e top 250 italiana. Quest’esperienza è perfetta per comprendere quanto davvero sia fondamentale allenarsi a rimanere calmi, per poter dare il 100% di quel che si è imparato quando si dà il test.
Eccoci quindi con Costanza, ciao! Per iniziare, vuoi parlarci un po’ di quello che ti piace fare via dai libri?
Mi piace giocare a pallavolo, mi piace leggere e guardare film o serie tv, e mi piace anche imparare le lingue.
Futura poliglotta! Oltre a questo, che aspirazioni hai per il futuro?
Da grande vorrei essere una dottoressa (sorpresa!), e dopo medicina e chirurgia vorrei fare la specializzazione, possibilmente all’estero. Per ora mi piacerebbe fare neurologia, perché il cervello è dove succede tutto.
Ti capiamo, un po’ di noi qui in ufficio condividono questa tua passione. A che punto della tua vita hai capito che avresti voluto fare medicina?
Già alla fine della quarta superiore sapevo che avrei voluto provare il test perché, già da molto tempo, i miei professori mi dicevano che ero portata per studiare medicina, e con il tempo quest’idea l’ho lasciata fermentare e poi mi sono convinta. Studiando biologia e chimica, mi sono accorta che questa materia mi piaceva e volevo provare il test, e sapevo già dalla fine delle superiori che volevo studiare medicina.
Non troppo presto, non troppo tardi. E hai deciso in tempo per poterti permettere un po’ di vacanze?
Quest’estate è stata un’estate un po’ particolare perché, dopo il test di maturità, ho dovuto fare un’operazione al ginocchio. Quindi per un mese e mezzo sono stata chiusa in casa a fare fisioterapia e visite ortopediche, quindi ho comunque avuto molto tempo per studiare.
Ah, ci spiace sentirlo. Quando sei riuscita ad iniziare a prepararti per il test di medicina?
Ho iniziato a studiare per il test il 28 giugno, finita l’operazione e finito l’esame di maturità. Mi sono subito messa a studiare poiché, venendo da una formazione classica, in realtà le materie scientifiche le avevo un po’ trascurate, quindi partivo da zero sia per biologia che per chimica.
Avere cognizione delle proprie debolezze è una skill sottovalutata. Hai usato questa consapevolezza in qualche modo?
Ho iniziato a studiare d’estate insieme ad una mia amica; non nel senso che studiavamo insieme fisicamente, ma che ci supportavamo a vicenda e che cercavamo di seguire lo stesso passo. C’eravamo ripromesse di finire di studiare tutta biologia e chimica prima dell’inizio del corso di teoria di Testbusters, per così avere tutto agosto per fare esercitazioni, simulazioni, e ripassare argomenti un po’ meno chiari.
Un buon modo di ottimizzare la preparazione. Come è andata con i corsi?
Prima di iniziare i corsi di Testbusters, mi sentivo un po’ insicura, perché sostanzialmente stavo studiando sì dal libro di Testbusters, però ero sempre in dubbio: non sapevo se stavo studiando troppo approfonditamente, troppo poco approfonditamente, ed ero nel dubbio che ci fosse qualcosa che stessi saltando, qualcosa di molto importante. Dopo il corso di teoria, invece, mi sono accorta che gli altri erano più o meno al mio stesso livello; che i professori, i ragazzi, stavano spiegando tutte cose che già più o meno sapevo e, soprattutto, devo dire mi sono stati molto d’aiuto i corsi a fine agosto di pratica e rifinitura. Si sono fatti tantissimi esercizi, soprattutto a tempo, e visto che io a casa non li facevo a tempo, sbagliando, mi sono accorta di come dovessi gestire bene il tempo durante il test.
Il limite di tempo è letale al test, anche per questo è molto importante rimanere composti. Com’è stata la tua esperienza a riguardo?
Onestamente il giorno del test ero abbastanza tranquilla, non avevo ansia. Già nei 5 giorni prima del test ero tranquilla, non vedevo l’ora di togliermi questo peso perché mi sentivo pronta, sostanzialmente. Finito il test di rifinitura, avevo avuto degli ottimi risultati alle simulazioni e mi sentivo pronta per affrontare il test, quindi non ho dovuto ripassare fino all’ultimo momento prima del test. Ecco, sinceramente, quando il professore ha detto che mancava un minuto all’inizio del test, lì il cuore ha iniziato un po’ a battere, a fare il countdown, però iniziato il test è andato tutto liscio. Passa, l’ansia.
Rimanere così concentrata deve aver aiutato un sacco con la tua performance. Ci sono altri consigli che daresti a chi deve ancora preparare il test?
A chi vorrebbe fare il test direi innanzitutto che due mesi sono tanti, quindi in due mesi si può fare tutto, io ne sono la prova vivente. E anche direi di non cercare di dubitare di se stessi. Io sono arrivata all’ultima settimana prima del test in cui mi sentivo sostanzialmente oggettivamente sicura, perché sapevo un sacco di cose, ma nonostante questo cercavo sempre di confutare questa mia teoria che sapessi tutto. Stavo sempre a cercare gli argomenti che non sapevo abbastanza: non mi ricordavo la fotosintesi, non mi ricordavo il ciclo di Krebs, c’era sempre qualcosa che non mi ricordavo, ma in realtà sono singoli argomenti che non fanno il test.
Come sei saggia, siamo d’accordo con tutto quello che dici. Pensi che quest’esperienza ti abbia aiutata a crescere come persona?
Beh, intanto sono entrata a medicina, e questa mi sembra un’eredità più che importante. Però ciò che più mi è rimasto dall’esperienza con Testbusters riguarda un aspetto più emotivo che accademico perché, personalmente, avendo fatto il corso a Siena, che è una città abbastanza piccola, eravamo solo in 20 a fare il corso di teoria, e in 30 a fare quello di pratica e rifinitura. Quindi si era creato una sorta di ambiente familiare, e a fine agosto avevamo un rapporto quasi amichevole con i professori, i ragazzi che dopotutto hanno la nostra età, sono poco più grandi di noi. Quindi si è instaurato un bel rapporto, e tutt’ora continuiamo a mantenere i rapporti.
Che bello sentire questa prospettiva sui corsi. Dicci un po’, cosa ti è piaciuto di più?
I punti forti sono due: uno, un po’ più banale, è quello degli esercizi, che sono il cavallo di battaglia di Testbusters sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo; e l’altro riguarda il rapporto peer-to-peer che c’è con i professori, perché non sono professori ma sono ragazzi della nostra età e quindi in classe si instaura un rapporto molto informale, molto piacevole e, secondo me, molto adatto all’apprendimento. Perché non ci sono troppi giri di parole, troppa retorica, intorno alla spiegazione di un argomento, e si cerca di spiegare un concetto anche in maniera divertente, con le battute in mezzo, per cercare di ricordarselo meglio e, sinceramente, questo funziona.
Questo è esattamente il motivo per cui siamo dei fan dell’educazione tra pari. Ultima cosa, se dovessi riassumere l’esperienza in una sola parola?
Sostegno. Siete stati il nostro citoscheletro.
Questo conclude la fantastica intervista con la ancora più fantastica Costanza, che ringraziamo per averci dedicato un po’ del suo tempo. Capita spesso che, per un motivo o per l’altro, si finisca con meno tempo di quanto non si vorrebbe per studiare per il test, ma l’esperienza che Costanza ci racconta dimostra che non è un problema se si usa il proprio tempo in maniera efficiente. La ringraziamo ancora per i consigli che ha dato, e le auguriamo il meglio nel suo proseguimento
Trovi l'intervista completa a Costanza qui. https://youtu.be/Ab8TZFcyNUU?feature=shared
La storia di Costanza al test
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