Vuoi prepararti al meglio, ma non sai come o con quale percorso?
Prenota una consulenza gratuita con uno dei nostri esperti, ti aiuteremo nella scelta del corso giusto per te!
23 agosto 2022
4 minuti di lettura
Sono Edo e al momento mi trovo a Seoul, in Sud Corea, alla fine del mio exchange universitario, decisamente una delle esperienze più pazze della mita vita. In questo articolo vi racconterò brevemente la mia esperienza e farò di tutto per convincervi che Seoul è una delle migliori mete dove fuggire da “Mamma Bocconi” per un semestre. La prima parola che mi viene in mente per descrivere Seoul è semplicemente “grande”. Non soltanto perchè è letteralmente enorme (ha quasi 10 milioni di abitanti), ma anche perchè con la sua vita frenetica, sempre accesa e in movimento in qualsiasi ora del giorno, ti fa sentire minuscolo. Una delle prime sensazioni che ho provato le prime volte in cui passeggiavo per Gangnam (la montenapoleone di Seoul, dove il palazzo più piccolo e insignificante è più alto dei grattacieli di di Milano) era allo stesso tempo di emozione e paura. A Seoul è impossibile annoiarsi, ogni distretto e ogni quartiere ha il suo “carattere” e qualcosa di particolare da offire. A Hongdae, dove in un modo o nell’altro prima o poi finirete per ubriacarvi di soju, ballerini e gruppi musicali coreani mettono su veri e propri show per strada a suon di K-Pop. A Itaewon, il quartiere internazionale della città, incontrerete le persone più pazze e con i colori di capelli più stravaganti di sempre. Nei quartieri universitari avrete un assaggio di cosa vuol dire vivere la vita da studente in corea: un mix di studio matto e disperatissimo in biblioteche silenziosissime e bevute accompagnate da grida e canti in coreano nei pocha, i pub coreani. Per di più, rimarrete senza parole dalla efficienza e dalla sicurezza della Corea. In una città incredibilmente grande, potrete muovervi facilmente con metro e autobus e raggiungere in meno di un ora ogni angolo della metropoli. Avete perso il telefono o il portafoglio da qualche parte? Cascasse il mondo i coreani ve lo riporteranno: ogni stazione di polizia custodisce gli oggetti smarriti per la città in attesa che i loro proprietari vengano a reclamarli. Ovviamente vivere in Sud Corea non è tutto rose e fiori. In primo luogo, le barriere linguistiche tra il coreano e l’italiano (così come le lingue latine e/o occidentali) sono enormi, è quasi impossibile capirsi se non tramite l’inglese o – se avete il coraggio di studiarlo – il coreano. Spesso per gli stranieri può essere difficile capire le varie procedure burocraticheper l’università o per l’immigrazione. Molti coreani, poi, hanno difficoltà a parlare inglese e in tantissime occasioni vi troverete a dover indicare sul menù che cosa volete ordinare nei ristoranti e a cercare disperatamente di comunicare a gesti che non lo volete piccante. L’università che ho frequentato a Seoul è la Korea University (고려대학교). Una delle migliori università in Corea (insieme alla Seoul National University e alla Yonsei University), offre tantissimi majors da quelli in economia, a quelli in arti visive, a quelli in lingua e letteratura, a quelli in scienze, medicina e ingegneria. Il mio college era quello di Economics and Political Science, dove ho studiato:
Tutti a questo punto vi starete chiedendo: è più facile studiare in Corea rispetto che in Italia? Assolutamente si. Molti di questi corsi non avevano neanche un esame, ma semplicemente una serie di assignment e presentazioni in classe che venivano valutate complessivamente. Inoltre, i voti sono spesso “curvati”, per cui è molto facile prendere voti alti. Volete alzarvi la media? Seoul è il posto giusto per voi. In sostanza, andare in una destinazione tanto lontana e diversa come Seoul vi permetterà di aprire la vostra mente su tantissime cose, a trovarvi scaraventati in un contesto totalmente diverso da quello a cui siete abituati, in cui dovrete adattarvi e abituarvi per la prima volta ad essere voi quelli “diversi”. Qui a Seoul ho imparato tantissimo, soprattutto a livello di crescita personale, e consiglio a chiunque una esperienza del genere! P.S.: la strana scritta all’inizio dell’articolo? Significa “ciao” in coreano. Non potevo non “flexare” l’unica parola che ho imparato!