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Test di Medicina: Ha senso rifarlo due volte?

13 giugno 2022

10 minuti di lettura

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Introduzione

Immagine di Anna Anastasio, prima classificata a medicina nella sede di Ravenna

Ero molto spaventata, in particolare la seconda volta, perché era la seconda volta e sapevo di aver già provato, quindi doveva un po’ essere quella buona.” Ci racconta la nostra ex corsista in un'intervista.

Anna Anastasio, dopo una falsa partenza, è tornata più carica che mai e ha passato il test con successo. La 20enne di Ravenna ci racconta della propria esperienza dopo un tentativo sfortunato con il test, e di come questo abbia giocato sulla propria mentalità. Dopo un reset mentale, ha affrontato la preparazione con più calma e tempo, il che l’ha portata a potersi concedere delle vacanze e ottenere comunque il primo posto nella sede di Ravenna, con un bel 56,1.

Adoriamo la sua storia, perché molti con cui parliamo si chiedono “ha senso provare il test di medicina due volte?”, e Anna è la prova vivente che non passare non deve per forza segnare la fine del vostro sogno.

Leggi la storia completa di Anna

Ciao Anna, congratulazioni per aver passato l’esame! Prima di parlare di come hai fatto, ti va di parlare un po’ di cosa ti piace fare?

Forse sembra strano, ma mi piace lavorare, perché la mia famiglia ha un ristorante e mi piace molto dargli una mano, fare la cameriera, avere rapporti con la gente, con i turisti. Mi piacciono tanto le lingue straniere. Mi piace cantare, tantissimo, ho sempre studiato canto. e l’arte, in generale: dipingere, disegnare, e tutto quello che ha a che fare appunto con l’arte e la musica. Mi piace tanto anche viaggiare.

Una persona dalle mille passioni. Come sei arrivata a quella per la medicina?

Ho deciso di provare a sostenere il test di medicina in quarta superiore, circa. Ho provato due volte, in realtà, perché la prima non è andata bene, ma ho deciso di riprovare. Forse mi ha influenzata un po’ la mia mamma che fa l’infermiera, oltre che la musicista; ho sentito magari la sua influenza, e la sua ispirazione. Le alternative erano due: una era cantare, fare la cantante, la musicista, e l’altra era fare la dottoressa, già da bambina.

E per quanto riguarda la seconda opzione, che strada della medicina vorresti seguire?

So già non in un laboratorio, perché non è un ambiente che, perlomeno per il momento, mi ispira e dove mi identifico. Vedo l’università e, in generale, proprio la carriera che spero di avere davanti, come un po’ un’esperienza di vita e di empatia, sicuramente. Mi ispira l’aspetto clinico, mi ispira poter aiutare le persone, poter crescere in mezzo alle persone, confrontarmi, sicuramente, e fare del bene. In questo caso, penso che nel mestiere di medico si possa fare tanto del bene e, soprattutto, concentrarsi sul paziente, che è una cosa che ho sentito dire da tanti professionisti che spesso manca. A me piacerebbe molto insistere su questo aspetto, ne sono molto convinta.

Questo è lo spirito giusto. Quando hai iniziato a studiare per il test?

Ho iniziato a studiare per il test già un pochino alla fine della terza superiore, però in maniera molto molto blanda. Poi c’è stata la pandemia, che è stata un po’ diciamo una sfida, ma anche un’opportunità, perché il tempo a disposizione era tanto. Lo studio per la scuola forse non era così abbondante, quindi mi sono ritagliata tanto tempo per iniziare un po’ a pensare come organizzare lo studio, ad approfondire delle materie dove ero meno forte. Ho iniziato piano piano poi, dopo la maturità, ho messo il piede sull’acceleratore e via con lo studio, con i corsi, con tutto quello che sono riuscita a fare.

Si fa quel che si deve, ma sei finita per perderti anche la seconda estate?

L’estate l’ho passata bene, perché sono andata in vacanza più di una volta, in realtà. Non voglio dare un cattivo esempio, però sono riuscita anche a divertirmi proprio perché era la seconda volta che provavo. La prima estate, con la maturità, l’ho vissuta peggio, se vogliamo, perché subito dopo l’esame mi sono messa a studiare. Invece quest’anno mi sono sentita più libera, ho organizzato lo studio, e mi sono concessa la vacanzina a giugno e anche durante l’estate, e poi chiaramente dopo il test.

Per niente un cattivo esempio, ti sei evitata il rischio di arrivare al test bruciata. Che ruolo hanno giocato i corsi in questo tuo approccio calmo allo studio?

Prima di iniziare i corsi Testbusters, ero sicuramente un po’ agitata perché, soprattutto la prima volta, ripeto, non sapevo a cosa andavo incontro. Mi sono serviti innanzitutto per concentrarmi, perché comunque stare anche nove ore al giorno a studiare, a confrontarsi, ad ascoltare le lezioni, a fare esercizi, etc., ti mette nell’ottica che stai per affrontare un test importante, quindi sicuramente mi ha tenuta sul pezzo. Poi è stato stancante, sì, però mi ha aiutato a scartare le informazioni che potevano non essere utili, mi ha aiutata a selezionare il materiale. Mi ha incoraggiata, perché comunque i ragazzi erano molto disponibili, cercavano di alleggerire le giornate, e di farci imparare il più possibile nel minor tempo possibile. Sicuramente è stata un’esperienza positiva, che consiglio perché rende quasi più tranquilli. Ti da quella consapevolezza in più che magari uno, studiando da solo, fa fatica a trovare, perché riesce a confrontarsi meno anche con i suoi pari, con quelli che poi vanno ad affrontare la sua stessa sfida.

Siamo contenti di sentire che i corsi ti abbiano aiutata così direttamente. Sei riuscita a portare tranquillità e compostezza fino all’esame?

Il giorno del test… il giorno del test ero molto emozionata, sicuramente. Molto spaventata, in particolare la seconda volta, perché era la seconda volta e sapevo di aver già provato, quindi doveva un po’ essere quella buona. C’era tanta gente, c’era il mio sogno in ballo, quindi sicuramente la paura di fallire c’era, un po’. Perché, di solito, quando uno ci tiene a fare qualcosa, vuole riuscire. Però ero anche contenta, perché ero finalmente arrivata al “giorno X”. Sul momento, quando è iniziata la prova, mi sono sentita un po’ atterrita, perché le domande erano tante, erano difficili, e io dovevo fare il meglio che potevo. Ad una certa, mi sono accorta che dovevo rispondere, perché non potevo lasciare tutto in bianco – le domande, ripeto, erano molto difficili – e quindi ho usato un po’ la strategia del 50/50 che mi avevano insegnato i docenti Testbusters: un po’ per l’esperienza, un po’ per la fortuna, non lo so, però è stata una grande idea perché ha funzionato ed è stato un giorno bello, positivo, sicuramente.

A proposito di confronto, con senno di poi che consigli daresti a alla te che si prepara al test?

A chi si appresta a fare il test consiglio sicuramente una buona organizzazione. Tenere a mente l’obiettivo: lo so che d’estate uno si vuole divertire, perché magari finisce la maturità e ha voglia di viaggiare etc. – e si può fare, io l’ho fatto, tanti l’hanno fatto – però comunque bisogna ricordare che il test è una cosa che vogliamo noi, un sogno che abbiamo noi, e quindi il sacrificio va fatto a prescindere; che sia piccolo o grande, va fatto. Quindi consiglio di iniziare a studiare per tempo e di non fare tutto all’ultimo. Consiglio di non tralasciare le materie che pensiamo impossibili, come spesso sono matematica e fisica; perlomeno per me, sono state uno scoglio grande. Diciamo che tutto fa brodo, nel senso che alla fine, un punto e mezzo di qua, un punto e mezzo di là, possono fare la differenza, quindi un consiglio che danno tutti – può sembrare banale, ma io lo confermo perché comunque i numeri sono i numeri: bisogna darsi l’opportunità di imparare un po’ di tutto, ecco.

Senza suonarci le lodi, tutto sommato, rifaresti i corsi con noi?

Dell’esperienza del corso Testbusters mi sono rimaste un sacco di cose positive, tralasciando la stanchezza e lo stress per il test, che sono un altro discorso. Mi è rimasto il senso di gruppo, perché abbiamo familiarizzato anche con i nostri docenti, che sono stati molto carini, molto disponibili: hanno cercato di alleggerire le lezioni, ci hanno fornito un sacco di materiale anche divertente. È stata un’esperienza di crescita dove bisognava darsi da fare, tirarsi su le maniche e accettare che un pezzettino di estate andava vissuto così. È stato bello perché ho conosciuto tante persone, perché mi sono concentrata su quello che volevo fare. E forse ho tolto tempo ad altre cose, però sicuramente non me ne pento e lo consiglio; soprattutto se uno fa fatica a gestirsi da solo, è un ottimo supporto.

Hai capito tutto, le persone sono il motivo per cui facciamo quello che facciamo. Lo diresti il punto più forte dei corsi?

Il punto forte dei corsi Testbusters è la vicinanza tra i docenti e i corsisti, i ragazzi, perché sicuramente hanno delle vite diverse, perché parliamo di docenti che già sono nell’ambito universitario, già studiano etc., e invece dei ragazzi che comunque escono per la maggior parte dalle scuole superiori. Quindi sono due ambienti sicuramente diversi, ma ci si viene molto incontro, c’è un ambiente familiare, quindi ci si sente sicuramente meno in soggezione che davanti ad un professore, e questo può fare la differenza. Il materiale, perlomeno quello che ho utilizzato io di Testbusters, è stato ottimo: l’ho usato per praticamente tutte le materie e l’ho anche consigliato a tante mie amiche che vogliono fare la stessa cosa che ho fatto io. E poi è qualcosa di intensivo: in poco tempo loro ti danno tutte le carte che poi tu devi vedere bene come giocare, però il materiale c’è.

 Nella spirito del poco tempo, come descriveresti il tuo percorso in nostra compagnia?

Se dovessi descrivere con una sola parola i corsi Testbusters direi completo, perché comunque, sia dal punto di vista personale, relazionale, sia dal punto di vista pratico, quindi del materiale, dell’apprendimento, etc., io l’ho trovato completo al 100%. Consigliato.

 Si conclude così il nostro tempo con Anna, che ringraziamo da matti per aver trovato il tempo di condividere la propria esperienza. Siamo sicuri che sarà mega interessante per tutti gli studenti che possono avere dubbi nell’inseguire il proprio sogno, magari dopo uno scivolone inatteso. Grazie ancora Anna e buona fortuna nel proseguimento del tuo percorso, anche se siamo sicuri non ne avrai bisogno.

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